La leggenda del Castello della Regina
Sul crinale della catena che cinge dal lato di levante la Val Brembilla, diramazione della Val Brembana, c’è una gobba. Quella gobba, la cui faccia orientale è in parte un dirupo, mentre la parte occidentale scende con pendio ripido, è chiamata dagli abitanti del territorio ”Castello della Regina”.
La leggenda
La denominazione deriva da un’antica leggenda da collocarsi in epoca longobarda, ai tempi della conversione dal paganesimo al cristianesimo. La storia fa riferimento alla vicenda della Regina Teodolinda, protestante saracena, che si rifugiò in Val Brembilla per non piegarsi alla nuova fede. In fuga dal suo re fece erigere un castello sui monti sopra Cavaglia e lì trovò rifugio con alcuni fedeli soldati e servitori. Si narra anche di un ricco tesoro portato con sé fin lassù e contenente gioielli, pietre preziose, monete e un vitello d’oro.
La sorte della regina non fu tuttavia delle migliori: per sfuggire ai nemici che avevano attaccato le sue truppe, sentendosi ormai perduta, si fece chiudere in una botte e scivolare lungo i fianchi della montagna fino a incontrare la morte.
La leggenda sostiene che ogni qual volta una persona si metta alla ricerca del tesoro su per la montagna, diavoli e streghe scatenino un temporale con tuoni e fulmini al fine di scoraggiare l’incauto cercatore d’oro. L’unico modo per spezzare l’incantesimo è quello di portare con sé un rosario e di depositarlo nel luogo dove si pensa sia nascosto il vitello d’oro. Solo così, l’incantesimo viene spezzato e il fortunato potrà godere del prezioso tesoro.
Cenni storici
Ma il Castello della Regina ha anche un fondamento storico importantissimo, perché numerose testimonianze e documenti parlano di una fortificazione Viscontea edificata a difesa della valle durante le guerre tra Guelfi e Ghibellini nella Brembilla Medioevale.
Infatti furono Barnabò Visconti e i ghibellini brembillesi nel 1360 a costruire una fortino in legno su questo monte, chiamandolo “Castello di Cornalba”.
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